Comunicare in Parrocchia

La chiesa vecchia

(articolo di Giorgio Bronzetti, pubblicato il 1 aprile 1995 nel volumetto “Il nuovo porticato nel complesso di San Giovanni Battista in Ghezzano” Ente Pisano Scuola Edile – Parrocchia di Ghezzano.)
 
    Transitando sulla via che, costeggiando l'Argine a Nord dell'Arno, corre verso il Ponte alle Bocchette, ci si imbatte nell'antica Chiesa di S. Giovanni Battista in Ghezzano, una chiesa di cui, nonostante l'importanza monumentale, rimane difficile fare una storia precisa, a cominciare proprio dalle sue origini. La prima menzione della località di Ghezzano è in un documento del 15 Luglio 1030, conservato nell'Archivio Storico Pisano. Già allora doveva esservi una Chiesa dedicata al Battista, dipendente con quella di S. Michele, pure in Ghezzano, dalla Pieve di S. Giulia di Caprona, che aveva grande importanza e aveva autorità sulle numerose cure dei paesi circostanti. Della Chiesa di S. Michele, detta popolarmente S. Micheletto, resta oggi una ben visibile traccia, cioè la parte superiore della facciata incorporata in un antico edificio che si trova a ridosso dell'argine dell'Arno, in corrispondenza di Via Lazzeri.
    Un importante documento, nel quale viene menzionata la chiesa di S. Giovanni Battista, è riportato da Natale Caturegli. Si tratta del Regestum Pisanum (dal Regesta Chartarum Italiae), dove viene riportato un documento che attesta l'esistenza della chiesa di S. Giovanni Battista sin dal 1055, pur non dicendo nulla sulla data della primitiva costruzione. La lapide in marmo bianco posta sulla facciata riporta la data del 1131 e un nome preciso: Enrico Diacono. Costui, presumibilmente, fu il committente del nuovo edificio e ricostruì e ampliò una precedente costruzione.
    Altri due rifacimenti la Chiesa ha subito successivamente: nel secolo XIV un allungamento verso l'Arno, parte in pietra, parte in mattoni; nei secoli XVII-XVIII l'apertura di due cappelle a sinistra e a destra, entro le quali sono stati costruiti e addossati gli altari minori.
    Se rimane tuttora difficile stabilire con esattezza le origini della chiesa, è più facile, anche se relativamente, seguire gli sviluppi che essa ha avuto nel corso dei secoli della sua esistenza. Alcune delle varie tappe relative al suo ruolo sono riportate da Enzo Virgili in un estratto della Rassegna Periodica di Informazioni del Comune di Pisa. Presso questa Chiesa, nello spazio dov'è attualmente la sacrestia e una stanza di sgombero, si trovava il Cimitero, posto, come d'abitudine, presso la Chiesa. Le stanze attuali furono edificate a cura della Compagnia di S. Giovanni Decollato, che era stata fondata nel 1515. Il Cimitero in seguito trovò collocazione dall'altra parte della Chiesa. Gli stessi rifacimenti e adattamenti indicano una particolare attenzione rivolta a questa Chiesa, che stava acquistando un ruolo più importante, diventando l'unica di Ghezzano. La chiesa di S. Michele, infatti, il 3 Novembre 1596 veniva sconsacrata, in quanto, trovandosi assai vicina all'argine del fiume Arno, era troppo umida, e il vicario generale dell'arcivescovo Dal Pozzo ne sopprimeva la cura delle anime, affidandole alla Chiesa di S. Giovanni Battista.
    Il 12 Ottobre 1628 veniva fondata a Ghezzano la Confraternita del Rosario, che conosceva in quegli anni una grande diffusione in molti paesi della diocesi di Pisa, come in tutta la cristianità. Viene da argomentare che proprio questa confraternita abbia promosso la costruzione della Cappella laterale destra con un bell'altare in pietra serena e con il grande dipinto su tela raffigurante la Madonna del Rosario con tutt'intorno i quindici misteri. Il dipinto porta la data del 1631. Questo stesso altare fu ritenuto degno di devozione, al punto che per decisione unanime del popolo e del rettore prete Jacopo Urbani fu trasportato al posto centrale sul fondo della Chiesa nel 1678, divenendo l'Altare maggiore. Nella cappella l'altare venne rifatto in stile barocco a somiglianza di quello della cappella di sinistra che fu aperta in quegli anni e fu dedicata al suffragio delle anime dei defunti. La chiesa, nel corso degli anni successivi, non ha subito altri interventi o trasformazioni rilevanti.
    Un fatto ci rivela l'importanza crescente della Parrocchia di Ghezzano. Circa a metà del '700 fu soppressa la parrocchia di S. Giusto in Cisanello e il territorio e la cura d'anime furono affidate al parroco di Ghezzano, al quale rimase l'incombenza di provvedere ad una vastissima zona. Solo nel 1977 quanto era nei limiti del Comune di Pisa è stato tolto a Ghezzano.
    Non è stato rinvenuto alcun documento che ci possa informare della costruzione del campanile, che è stato innalzato usufruendo di un edificio sottostante, rinforzato dalle fondamenta. Il parroco Renato Ghignola, in una nota del 1773 scrive: <>.
    Non possediamo notizie relative alla costruzione della casa del parroco, che risulta, peraltro, eretta in diversi tempi. Sappiamo, invece, che alla fine del secolo scorso fu costruita la grande sala che congiunge la Chiesa alla Canonica. Tale costruzione fu motivata dalla necessità di dare spazio ad una scuola per l'educazione civile e morale dei ragazzi di Ghezzano. Quest'aula mette in comunicazione interna la Canonica con la Chiesa stessa.
 
* * * * *
 
    Ci è sembrato importante, in questa pur semplice pubblicazione che presenta i più recenti lavori, premettere una sommaria descrizione delle vicende che hanno accompagnato l’esistenza del complesso di S. Giovanni Battista. Si sa come la chiesa in un paese è stata sempre punto di riferimento, presenza indispensabile, luogo vitale per animare iniziative non solo di ordine spirituale. Questo ruolo a Ghezzano è stato assunto e compiuto nei secoli passati dalla chiesa di S. Giovanni Battista, anche se per vari motivi è poi risultata decentrata rispetto al centro abitato.
    Questa sua posizione un po’ remota è andata accentuandosi negli anni ’60 e seguenti, quando si sono formati quei nuclei abitati che sono La Fontina e i Praticelli, i quali, pur trovandosi giuridicamente nell’ampio territorio della Parrocchia di Ghezzano, erano di fatto alle porte di Pisa, all’estremità opposta della Chiesa. Non si è trattato dell’ampliamento di un paese intorno al nucleo tradizionale, ma di altri centri completamente distaccati per lavoro, interessi, tradizioni.
La doverosa cura pastorale per i nuovi insediamenti ha fatto decidere la costruzione di una nuova chiesa, che è stata inaugurata nel 1982. La scelta del terreno fu determinata anche dalla speranza che un buon sistema viario avrebbe favorito l’accesso dalla zona “storica” di Ghezzano. Ciò, però, non si è ancora verificato.
    È sembrato, non senza ragione, che il nuovo complesso potesse soppiantare l’antico, nonostante la sua gloriosa storia.
    Ma non poteva essere così.
    L’accettazione delle Suore Serve di Maria di Galeazza di venire a dare la loro opera a servizio della Parrocchia e di risiedervi ha ridato al complesso una nuova vitalità. La presenza del Parroco da una parte e delle Suore dall’altra fa in modo che i due centri parrocchiali siano complementari e importanti l’uno per l’altro.
    Così quell’insieme di fabbricati formatisi col tempo, che costituiscono il complesso di S. Giovanni Battista, trova ora una sua unità nella nuova funzione che è venuto ad assumere. L’ampio e bel porticato, oltre al prezioso servizio che offre, si inserisce degnamente fra le parti più antiche, conferendo un nuovo aspetto estetico alla parte nord-ovest della canonica, che si fa apprezzare a chi si avvicina a piedi in un passeggio distensivo nella tranquilla campagna circostante.
 
                                                                 GIORGIO BRONZETTI – 1 aprile 1995
 
[questo articolo va in piccola parte aggiornato, dopo i lavori di restauro del 2000, che hanno datato l'affresco sull'abside, e dunque anche la parte costruita in cotto, a prima del 1250]
 
LA FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO A GHEZZANO
 
Le origini del Rosario e della venerazione della Madonna del Rosario risalgono a molti secoli fa. Fu san Domenico ad iniziare la preghiera del Rosario e dal 1212 a insegnarla, come strumento per guidare la meditazione dei principali misteri cristiani. Tale preghiera, diffusissima dopo la Riforma del 1500, fu recitata in continuazione il 7 ottobre 1571 da tutti i cristiani – tra cui i Pisani e qualche Ghezzanese - durante la battaglia di Lepanto, dopo che la nave ammiraglia Real aveva innalzato il vessillo della Madonna con la scritta “S. Maria succurre miseris”. Il trionfo della Lega Santa sui Turchi e la salvezza dell’Europa furono attribuiti all’intercessione della Vergine Maria, tanto che san Pio V, il papa di allora,, istituì per quel giorno (o prima domenica di ottobre) la festa di Santa Maria del Rosario.
<<Il 12 Ottobre 1628 veniva fondata a Ghezzano la Confraternita del Rosario, che conosceva in quegli anni una grande diffusione in molti paesi della diocesi di Pisa, come in tutta la cristianità. Viene da argomentare che proprio questa confraternita abbia promosso la costruzione della Cappella laterale destra [ nella chiesa di S. Giovanni Battista di Ghezzano ] con un bell'altare in pietra serena [quello che, spostato, oggi è l’altare maggiore] e con il grande dipinto su tela raffigurante la Madonna del Rosario.>>  (Giorgio Bronzetti, pag. 7  del volumetto “Il nuovo porticato nel complesso di San Giovanni Battista in Ghezzano” Ente Pisano Scuola Edile – Parrocchia di Ghezzano, 1 aprile 1995.)
La storia delle Confraternite del Rosario rappresenta un affascinante fenomeno sociale e di pietà religiosa: in pochi anni esse arruolarono innumerevoli membri di tutte le classi sociali; il loro entusiasmo, il carattere internazionale e autonomo può farle paragonare ai moderni “movimenti” cattolici.
Fra gli scopi principali delle Confraternite, giunte al massimo splendore nei secoli  XVI e XVII, rientravano la difesa della fede e la carità, la diffusione della preghiera e del Rosario in particolare. Esse avevano degli statuti in cui precisavano il modo di iscrizione, la cadenza delle riunioni, gli scopi di culto e di celebrazioni, con recite di misteri e processioni nei tempi forti, come anche nelle feste locali del santo patrono. Provvedevano anche alla manutenzione e al patronato delle loro chiese (rifacimenti, abbellimenti e commissione di opere d’arte, addobbi, ecc.), per cui avevano bisogno di raccogliere danaro ed eventualmente possedere beni immobili. Una specie di “gruppo liturgico” parrocchiale un po’ speciale.
Nel libretto suddetto, alle pagine 31-33, Pietro Giusti documenta su fonti d’archivio come nel nostro Paese, nei secoli XVIII e XIX, la festa della Madonna del Rosario patrona di Ghezzano fosse organizzata in maniera solenne ogni tre anni dalla Confraternita o da un Comitato apposito. <<Il momento di festa più visibile era certamente la Processione. Veniva per tempo preparato il trono, formato da un piedistallo con una nicchia di legno, sorretta da colonne (tuttora esistente) e portato a spalle da volenterosi. La “statua” della Vergine del Rosario era antica. La Processione era aperta dal grande stendardo con a fianco i lampioni; molti altri stendardi seguivano [...]. Lo stendardo più significativo era portato dalle “spazzine”, quelle che avevano l’incarico di pulire la Chiesa e per questo avevano il privilegio di portare lo stendardo del S. Rosario. [...] La luminara consisteva in lumini di cera posti in bicchieri sulle finestre e sui muretti a cura delle famiglie che abitavano lungo il percorso.>>
Così, allora di tre anni in tre anni, oggi ogni anno, la festa Patronale di Ghezzano rimane occasione di unità nel Paese e avvio – sotto la protezione della Madre di Gesù – delle molteplici e condivise attività dell’Anno Pastorale.
LA FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO A GHEZZANO: 1 ottobre 2017
 
Le origini del Rosario e della venerazione della Madonna del Rosario risalgono a molti secoli fa. Fu san Domenico ad iniziare la preghiera del Rosario e dal 1212 a insegnarla, come strumento per guidare la meditazione dei principali misteri cristiani. Tale preghiera, diffusissima dopo la Riforma del 1500, fu recitata in continuazione il 7 ottobre 1571 da tutti i cristiani – tra cui i Pisani e qualche Ghezzanese - durante la battaglia di Lepanto, dopo che la nave ammiraglia Real aveva innalzato il vessillo della Madonna con la scritta “S. Maria succurre miseris”. Il trionfo della Lega Santa sui Turchi e la salvezza dell’Europa furono attribuiti all’intercessione della Vergine Maria, tanto che san Pio V, il papa di allora,, istituì per quel giorno (o prima domenica di ottobre) la festa di Santa Maria del Rosario.
<<Il 12 Ottobre 1628 veniva fondata a Ghezzano la Confraternita del Rosario, che conosceva in quegli anni una grande diffusione in molti paesi della diocesi di Pisa, come in tutta la cristianità. Viene da argomentare che proprio questa confraternita abbia promosso la costruzione della Cappella laterale destra [ nella chiesa di S. Giovanni Battista di Ghezzano ] con un bell'altare in pietra serena [quello che, spostato, oggi è l’altare maggiore] e con il grande dipinto su tela raffigurante la Madonna del Rosario.>>  (Giorgio Bronzetti, pag. 7  del volumetto “Il nuovo porticato nel complesso di San Giovanni Battista in Ghezzano” Ente Pisano Scuola Edile – Parrocchia di Ghezzano, 1 aprile 1995.)
La storia delle Confraternite del Rosario rappresenta un affascinante fenomeno sociale e di pietà religiosa: in pochi anni esse arruolarono innumerevoli membri di tutte le classi sociali; il loro entusiasmo, il carattere internazionale e autonomo può farle paragonare ai moderni “movimenti” cattolici.
Fra gli scopi principali delle Confraternite, giunte al massimo splendore nei secoli  XVI e XVII, rientravano la difesa della fede e la carità, la diffusione della preghiera e del Rosario in particolare. Esse avevano degli statuti in cui precisavano il modo di iscrizione, la cadenza delle riunioni, gli scopi di culto e di celebrazioni, con recite di misteri e processioni nei tempi forti, come anche nelle feste locali del santo patrono. Provvedevano anche alla manutenzione e al patronato delle loro chiese (rifacimenti, abbellimenti e commissione di opere d’arte, addobbi, ecc.), per cui avevano bisogno di raccogliere danaro ed eventualmente possedere beni immobili. Una specie di “gruppo liturgico” parrocchiale un po’ speciale.
Nel libretto suddetto, alle pagine 31-33, Pietro Giusti documenta su fonti d’archivio come nel nostro Paese, nei secoli XVIII e XIX, la festa della Madonna del Rosario patrona di Ghezzano fosse organizzata in maniera solenne ogni tre anni dalla Confraternita o da un Comitato apposito. <<Il momento di festa più visibile era certamente la Processione. Veniva per tempo preparato il trono, formato da un piedistallo con una nicchia di legno, sorretta da colonne (tuttora esistente) e portato a spalle da volenterosi. La “statua” della Vergine del Rosario era antica. La Processione era aperta dal grande stendardo con a fianco i lampioni; molti altri stendardi seguivano [...]. Lo stendardo più significativo era portato dalle “spazzine”, quelle che avevano l’incarico di pulire la Chiesa e per questo avevano il privilegio di portare lo stendardo del S. Rosario. [...] La luminara consisteva in lumini di cera posti in bicchieri sulle finestre e sui muretti a cura delle famiglie che abitavano lungo il percorso.>>
Così, allora di tre anni in tre anni, oggi ogni anno, la festa Patronale di Ghezzano rimane occasione di unità nel Paese e avvio – sotto la protezione della Madre di Gesù – delle molteplici e condivise attività dell’Anno Pastorale.
 
 
Veduta dell'interno con navata unica. Notare la cornice in pietra serena e l'affresco dietro l'altare, oltre le due uniche cappelle laterali 
 

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